mardi 21 février 2017

Un exemplaire remarquable de l'Eventail d'Octave Uzanne relié maroquin doublé etc. Reliure signée Matthews.


Photo  Nudelman Rare Books (Seattle, WA, Etats-Unis)



Description du libraire : L’Éventail. A. Quantin, Paris, 1882. First edition. Quarto. Sumptuously bound by MATTHEWS in full crushed light brown morocco with blind-stamped rules, raised bands, bound to a Jansenist style, with enormously lavish and stunning wide gilt decorated dentelles tooled with fillets, scrolling foliage, fan tools, all around a central doublure inset light gray silk pastedown, the front with red and black printed design incorporating the author and illustrator's name and title in illustration (i.e. on silk), and the rear with related design without lettering. The two free endpapers are formed from the original illustrated endpapers. The text volume, numbered 46, is ONE OF 100 COPIES, printed on "papier du Japon," the suite of proofs are also printed o A. Quantin, Paris, 1882. First edition. Quarto.n Japan paper. This is Uzannne's best-known work and a classic example of a sumptuously illustrated work published in a small edition, where the author worked in close collaboration with the illustrator. Proofs before text of the tinted illustrations, all by Paul Avril. Title printed in red and black with a vignetter in blue, half-title is signed by Paul Avril. A wonderful binding, with the Jansenist concept of plain outside and burst of decoration on the inside. Housed in contemporary marbled-covered slipcase. Binding and book are fine with with slight wearing on outer joint of front cover (not weakening). A lasting rarity thus.

Prix Abebooks : environ 4.100 euros / en vente chez Nudelman Rare Books (Seattle, WA, Etats-Unis)

vendredi 17 février 2017

L’eterno Femminino Nell’immaginario Grafico Del Simbolismo e Dell’art Nouveau Da Domenica 26 Marzo a Domenica 28 Maggio 2017 - Sesto Fiorentino (FI). Octave Uzanne et la femme par Bertrand Hugonnard-Roche.

La Vergine E La Femme Fatale
L’eterno Femminino Nell’immaginario Grafico Del Simbolismo e Dell’art Nouveau
Da Domenica 26 Marzo a Domenica 28 Maggio 2017 -
Sesto Fiorentino (FI)
Dopo il successo di pubblico e di critica riscontrato dalla mostra su Max Klinger e l’incisione simbolista mitteleuropea, questa nuova esposizione – che rientra nel progetto AltoBasso 2017 curato da Comune di Sesto Fiorentino e Gruppo La Soffitta Spazio delle Arti del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata –, è una nuova indagine nella cultura figurativa europea tra ’800 e ’900 che intende rivisitare l’immaginario legato all’eterno femminino attraverso circa 300 opere grafiche tra incisioni e illustrazioni di libri e riviste di una stagione ineguagliata, che ancora una volta ci rivela lo straordinario livello di fantasia e creatività che la percorse.
L'evento si terrà dal 26 marzo al 28 maggio 2017 nelle location legate ad AltoBasso, cioè La Soffitta Spazio delle Arti di Colonnata e il centro espositivo “Antonio Berti” di via Bernini.
Nelle opere di questa suggestiva rassegna si manifesta l’idolatria esasperata di un’epoca per un universo femminile dalle mille sfaccettature e contraddizioni, alle soglie di un progresso e di un’emancipazione dei costumi ormai sentiti in tutta la loro impellente necessità. Ne emerge un caleidoscopio che si delinea soprattutto nella fantasia maschile, modellando l’immagine della donna nuova su basi che da un lato ne rivendicano la libertà assoluta e l’estremo predominio, dall’altro la inchiodano a ruoli e ad archetipi rigidi e contrapposti mitizzandone ed estremizzandone l’immagine su un piano simbolico oltre i confini del reale: donna mercificata e sublimata, riprodotta in immagini simulacro di godimento estetico e sensuale, amplificata e proiettata dalla letteratura alle arti maggiori e minori.
Il nuovo gusto introdotto dal simbolismo e dall’Art Nouveau si appoggia sui preraffaelliti inglesi, sul panteismo e neo-paganesimo germanici e sulla letteratura tardo-romantica francese di filiazione baudelairiana: in esso convergono quindi nobiltà e miseria, spleen e ideale, erotismo e tragedia.
La cultura estetica di fine secolo enfatizza il mito delle femme fatale alla quale si contrappone la figura asessuata della vergine casta, la musa santa che diviene proiezione mistica ed epitome dell'arte ideale particolarmente cara a Joséphin Péladan e agli artisti affiliati all’estetica rosacrociana.
Un lontano passato di memorie è fatto rivivere sotto le spoglie di figure muliebri – angelicate, peccatrici o funeste – della mitologia, dell’antichità, dei testi sacri e della letteratura: Beatrice, la Vergine Maria, Giovanna d’Arco, Saffo, Pandora, la meretrice di Babilonia, Cleopatra, Semiramide, Medea, Salammbô, Maria di Magdala, Erodiade e prima su tutte Salomè, una delle incarnazioni più radicali della donna fatale romantica, il mito di un eros ambiguo e perverso, quintessenza degli umori decadenti fin-de-siècle, l’enfant fatale, la danzante vergine crudele magnificata dalla fantasia di Gustave Moreau nel dipinto così splendidamente descritto da Huysmans in À rebours e dal genio di Aubrey Beardsley, prescelto da Oscar Wilde per illustrare il suo dramma.
Una selezione di opere significative documenta la figura eminente e trasgressiva di Félicien Rops, illustratore dei maggiori protagonisti della letteratura decadente francese, da Barbey d’Aurevilly a Péladan, da Mallarmé a Verlaine: un artista folgorante anche per Baudelaire che già nel 1866 volle un suo frontespizio per illustrare Les epaves, libro pubblicato in Belgio con le liriche censurate in Francia nella prima edizione di Les fleurs du mal.
Un’altra nutrita sezione è dedicata al parigino, figlio di padre olandese e madre belga, Georges De Feure – raffinatissimo esponente dell’Art Nouveau francese e per la prima volta esposto in Italia –, che traghetta Baudelaire e Rops nel decorativismo raffinato della linea fluente di fine secolo, passando dalle femmes damnées alle femmine-fiore, fino alla sofisticata e algida donna elegante. Moltissimi sono gli artisti francesi in mostra, dai più famosi come Alfons Mucha – glorificatore della femme fatale per eccellenza vivente sulla scena e icona incontrastata dei pittori e disegnatori del tempo, Sarah Bernhardt – Eugène Grasset e Paul Berthon, a nomi poco noti al pubblico italiano e per questo interessanti scoperte come Jeanne Jacquemin, Valère Bernard, Marcel Lenoir o Maurice Dumont. Presenti, in continuità con la mostra precedente, significativi protagonisti dell’area simbolista tedesca come Max Klinger, Otto Greiner o Franz von Stuck. Ma non mancano al panorama esaustivo internazionale artisti inglesi (da Beardsley agli ex libris preraffaelliti), boemi (Josef Vachal, František Kobliha, Max Švabinský) scandinavi (Tyra Kleen, Olaf Lange), belgi (Fernand Khnopff, Armand Rassenfosse, Emile Berchmans), austriaci (Franz von Bayros), olandesi (Jan Toorop) e italiani (da Giulio Aristide Sartorio a Raoul Dal Molin Ferenzona) ad evidenziare la diffusione ampia e trasversale di uno dei miti più affascinanti dell’epoca, paragonabile quasi a una specie di magnifica ossessione artistica collettiva.
Le opere in mostra provengono in massima parte dalla collezione privata di Emanuele Bardazzi. Sua è anche la curatela scientifica con la collaborazione di Giulia Ballerini e M. Donata Spadolini. Nel catalogo, che avrà un'introduzione del sindaco di Sesto Fiorentino, oltre ai loro testi dedicati rispettivamente al contesto letterario e artistico decadente francese, a quello dannunziano e alle biografie degli autori in mostra, saranno presenti anche un saggio su Georges De Feure di Ian Millman, massimo esperto dell’artista e autore della principale monografia nonché curatore di importanti esposizioni internazionali su di lui, uno su Octave Uzanne e la femme dello studioso e bibliofilo parigino Bertrand Hugonnard-Roche, anteprima di un suo imminente libro dedicato al tema, e uno sulla figura di Salomè indagata nella letteratura e nelle arti figurative da Annalisa Proietti Cignitti, amministratrice e autrice del blog Rocaille. La parte tecnica e logistica è curata da Francesco Mariani, responsabile del Gruppo La Soffitta Spazio delle Arti e presidente del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata.
L’evento sarà corredato da un catalogo edito da Polistampa Edizioni – Firenze.

jeudi 16 février 2017

Octave Uzanne caricaturé par son ami Albert Robida (La Caricature, 30 janvier 1886).

Octave Uzanne caricaturé par son ami Albert Robida.

Le Blog Albert Robida vient de publier un article à propos de la redécouverte d'une caricature d'Octave Uzanne par son ami Albert Robida, publiée dans La Caricature n°318 - 30 Janvier 1886. p. 34. Voici le compte rendu qu'Albert Robida fait de La Française du siècle :

"Jadis d’un bout de siècle à l’autre, la femme était à peu près la même ; nous vivons plus vite maintenant et l’espèce toujours charmante se subdivise tous les vingt ans en variétés nouvelles. Octave Uzanne, après l’Eventail, après l’Ombrelle, étudie cette autre fragilité, la Française du Siècle, et d’un fin pastel dessine l’une après l’autre ses variétés et transformations si nombreuses. C’est la Grande Revue Galante, voici les citoyennes merveilleuses du Directoire, les belles du premier Empire, adorées par les superbes officiers, les femmes tendres en manches à gigot de la Restauration, les beautés romantiques, les lionnes, les cocodettes, les gommeuses, etc. Il n’est pas jusqu’à celles de 1889 qui ne se trouvent dessinées et croquées pour le dessert."

Voici l'article original publié le 16 février 2017 sur le Blog Albert Robida ICI.

Bertrand Hugonnard-Roche

Carte de déménagement vers le Quai Voltaire (décembre 1886). Gravure à l'eau-forte probablement par Manesse. Épreuve sur papier du Japon.


Eau-forte non signée probablement exécutée par Manesse
pour Octave Uzanne.
Déménagement vers le 17 Quai Voltaire en décembre 1886


Le 23 décembre 2014 nous publiions un petit article concernant le déménagement d'Octave Uzanne depuis le 72bis Rue Bonaparte vers le 17 Quai Voltaire, à Paris. Nous avions établi la date du déménagement aux premiers jours de décembre 1886.
La carte illustrée que nous montrions alors ne nous était connue que d'après une copie imparfaite reproduite d'après un imprimé. Un peu plus de deux années plus tard, nous avons enfin réussi à mettre la main sur un original de cette carte. Elle mesure 10,5 x 7,9 cm (gravure) et est tirée sur un beau papier Japon de 14,2 x 10,5 cm. Elle n'est pas signée mais nous pensons pouvoir dire qu'elle doit être l'oeuvre du graveur Manesse, alors très en relation avec Octave Uzanne pour d'autres travaux. L'exemplaire que nous avons en mains a la particularité d'avoir la date 1894 ajoutée sur le coin replié de l'enveloppe gravée. Cette mention est très certainement de la main d'Octave Uzanne. En 1894 cela fait cependant déjà plus de 7 ans qu'il vit dans ce logis.

Bertrand Hugonnard-Roche

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